Per una complessa questione di polli, un uomo si rivolse un giorno disperato ad un mago. Il tale chiese come potesse fare in modo che le colombe non volassero via; poiché mentre le galline hanno già dimenticato le loro ali in passato, le colombe non hanno ragione alcuna per restare a terra insieme ai polli. Il mago, che a quanto pare di polli ne sapeva, decise di seguire l’uomo nel suo pollaio e una volta compresa la situazione prese una scala e la posò sul tronco dell’unico albero presente, per poi tracciare con una zappa una linea attorno allo stesso albero. Silenziosamente, senza chiedere soldi ne ringraziamenti, il mago ritenne che la questione era risolta e se ne andò via. Dopo l’intervento del mago le colombe smisero di volare e nessun uccello osava oltrepassare la linea né avvicinarsi all’albero, tranne il gallo che, da quel momento in poi, ogni mattina saliva la sua scala per poi cantare posato sul suo ramo.

For a complex matter involving chickens, a man once desperately sought the help of a magician. The man asked how he could prevent the doves from flying away, because while hens had already forgotten their wings in the past, the doves had no reason to stay on the ground with the chickens. The magician, who evidently knew a thing or two about chickens, decided to follow the man to his chicken coop. Once he understood the situation, he placed a ladder against the trunk of the only tree in the coop and then used a hoe to draw a line around the tree. Silently, without asking for money or thanks, the magician considered the matter resolved and left. After the magician’s intervention, the doves stopped flying, and no bird dared to cross the line or approach the tree, except for the rooster, who, from that moment on, would climb his ladder every morning and sing perched on his branch.

Una volta ho chiesto a Dio di tirare una linea attorno ad un albero. Lo vidi confuso. Dai Dio, cosa ci vuole? Dissi io . Lui allora mi guardò con i suoi occhi solenni e mi disse solo: Albero. No guarda, Dio, non hai capito, devi prendere un bastone e delimitare un albero con una linea, gli suggerii io cercando di suonare il meno arrogante possibile mentre gli porgevo un bastone trovato lì a terra. Lui di tutta risposta, con un rapido gesto di mano, mi disarmò, fece un balzo all'indietro e con un urletto acuto mi lanciò addosso un ornitorinco. Io riuscii per un pelo ad evitare la indefinibile bestia ma appena rialzai gli occhi mi resi conto che Dio stava scappando forsennato verso il bosco. Raccolsi il bastone e mi lanciai all'inseguimento. Dio correva veloce ma io riuscivo a stargli dietro. Dannato Dio fai sempre così! Gli urlai cominciando a prendere la mira per colpirlo con la pertica. Ma non appena iniziai, nella foga dell'inseguimento, a riconoscere la sua figura tra fronde e rami e a definire il mio bersaglio, lì sul più bello, Dio scomparve.

Once I asked God to draw a line around a tree. He looked confused. Come on, God, how hard can it be? I said. He then looked at me with his solemn eyes and just said: Tree. No, look, God, you don’t get it. You need to take a stick and mark a boundary around a tree with a line, I suggested, trying to sound as unpretentious as possible while handing him a stick I had found on the ground. In response, with a swift gesture of his hand, he disarmed me, leapt back, and with a high-pitched squeal, threw a platypus at me. I barely managed to dodge the indescribable creature, but as soon as I looked back up, I realized that God was frantically running toward the woods. I picked up the stick and took off after him. God was fast, but I managed to keep up. Damn it, God, you always do this! I shouted, trying to aim at him with the stick. But just as I started, in the frenzy of the chase, to make out his figure among the leaves and the branches and to line up my target, at that very moment, God vanished.